Buon giorno, mi chiedevo se in termini di produttività c’erano differenze, dando un’ alimentazione diversa ai lombrichi, nello specifico scarti di cucina, rifiuti organici in generale, invece che letame.
Grazie
Buongiorno Massimo,
dal punto di vista qualitativo, a parità di condizioni di gestione dell’allevamento, l’humus migliore lo si ottiene utilizzando letame equino o quello di coniglio.
Se l’obiettivo del tuo allevamento è produrre vermicompost da immettere in commercio sei obbligato a utilizzare come alimento solo letame di equino, bovino, suino, ovino o loro miscele. Il decreto legislativo sui fertilizzanti infatti ammette l’attribuzione della qualifica di vermicompost (humus di lombrico) solo in questo caso.
L’humus prodotto dai lombrichi alimentati con sostanze organiche diverse da letame, ad esempio gli scarti di cucina, è da considerarsi un ammendante compostato che non può essere venduto come vermicompost o humus di lombrico.
A presto
Francesco
Buon giorno,
scusate il disturbo ma mi è sorto un dubbio. Leggendo questo articolo si nota che i letami indicati dalla legge sono quelli di equino, bovino, suino, avicolo o loro miscele ma poche righe prima affermate che per avere un humus di migliore qualità si necessita di letame equino o di conigli.
Come mai allora il letame di conigli non è contemplato nella legge?
Grazie anticipatamente per l’eventuale rispota!
Gentile Giuseppe, la ringraziamo per la sua domanda che ci offre l’occasione di correggere un refuso. Il decreto sui fertilizzanti per la produzione di humus da immettere sul mercato impone l’uso di letami bovini, equini, suini e ovini (e non avicoli, come erroneamente riportato nella precedente versione del post). Confermiamo invece quello abbiamo affermato a proposito della qualità dell’humus. Ricerche condotte negli Usa hanno dimostrato che quello qualitativamente migliore si ottiene dall’impiego di equino e coniglino. Perché quest’ultimo non sia inserito tra i letami previsti dal decreto fertilizzanti bisognerebbe chiederlo al legislatore.
A presto
Francesco
Un mio amico, interessato come me all’argomento, potrebbe aver avuto un’illuminazione sulla faccenda.
E se questa “discriminazione” sul letame di conigli e polli fosse dovuta al fatto che sono allevamenti in cui gli animali non pascolano?
Difatti sia per una questione gestionale (è estremamente più semplice raccogliere, anche automaticamente, gli escrementi di animali allevati in batterie) che per una d’alimentazione (conigli e polli sono solitamente nutriti anche con mangimi essendo animali abbastanza delicati che richiedono condizioni particolari per svilupparsi al meglio), sono animali che vedono raramente, forse mai, la luce del sole o un pascolo nella loro vita.
Caro Beppe, non credo sia così. Per gli avicoli l’esclusione credo sia legata all’eccesso di azoto contenuto nella pollina, per la coniglina propenderei per una svista del legislatore. non sarebbe l’unica. Ad esempio, anche imporre un rapporto C/N non superiore a 20 è una scelta quantomeno discutibile. Che ne dice?