La Provincia di Chieti è stata condannata a risarcire poco più di 6mila 300 euro a un lombricoltore a cui i cinghiali hanno distrutto l’allevamento.
A Ferragosto del 2009 i cinghiali irruppero nell’allevamento Aventino Humus di Casoli danneggiando le lettiere e divorando una gran quantità di lombrichi. Nonostante i danni per il Sipa (Servizio Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura della Regione Abruzzo) all’allevatore non era dovuto alcun risarcimento. Di parere opposto il giudice di pace di Lanciano a cui l’allevatore è stato costretto a fare ricorso.
Nella sentenza il giudice Giuseppe Di Francesco ha sostenuto che «sui danni provocati da animali selvatici si deve indagare di volta in volta se l’ente delegato sia stato ragionevolmente posto in condizione di adempiere ai compiti affidatigli. In questo caso la Provincia aveva delega e fondi stanziati dalla Regione per rimborsare agricoltori e allevatori per danni causati a colture e allevamenti da animali selvatici», riconosciendo così il danno patito per lo sterminio di lombrichi come fatto riconducibile più all’agricoltura che alla zootecnia, intesa come produzione di carne e latte per alimenti, perché i lombrichi sono allevati per produrre l’humus usato per migliorare lo stato del terreno a beneficio delle coltivazioni.
«Appare innegabile, dice il giudice, pur non affermando principi sulla natura o meno zootecnica del lombrico, che il lombrico abbia stretta connessione con l’agricoltura grazie al benefico humus che secerne ed è usato per concimare i terreni». Insomma danno agricolo indiretto che la Provincia poteva indennizzare perché le spetta la stima dei danni, nonostante il parere Sipa.
© RIPRODUZIONE CONSENTITA CITANDO LA FONTE WWW.LOMBRICOLTURABELLAFARNIA.IT
Lascia un commento