Riportiamo l’articolo pubblicato oggi sul magazine online www.italiaambiente.it. Grazie alla direttrice Elena Livia Pennacchioni per averci ospitato
“C’è un modo del tutto naturale per aumentare del 50% la sostanza organica del terreno e moltiplicare la quantità di calcio, azoto, magnesio, potassio e fosforo restituendo così ciò che le colture hanno sottratto per nutrirsi. Come? Lasciando fare ai lombrichi.Charles Darwin dedicò loro il suo ultimo saggio in cui scrisse «I lombrichi sono un aratro naturale. Dubito ci siano molti altri animali che hanno giocato un ruolo così importante nella storia del pianeta come i lombrichi. Rimescolando quei pochi centimetri di terriccio che ricoprono il pianeta, lo fertilizzano trasformandolo in humus».
Generoso, ha cinque cuori; con i suoi sei reni è capace di depurare anche dai metalli pesanti, ha un intestino che trasforma i nostri scarti in humus o vermicompost, un ammendante naturale ammesso in agricoltura biologica, dalle straordinarie proprietà nutritive. L’humus o vermicompost è il risultato dell’elaborazione dell’apparato digestivo dei lombrichi che riesce a trasformare le proteine degli scarti organici in minerali. E’ un ammendante che modifica la composizione del terreno apportando appunto i minerali; aumentando la porosità, favorendo il radicamento; la capacità di trattenere l’umidità diminuendo così il fabbisogno idrico. I lombrichi attrveos la produzione di humus aumentano del 50% la sostanza organica del terreno in cui vivono, moltiplicano per 1,5 volte il calcio, 2 volte il magnesio, 5 volte l’azoto, 7 volte il fosforo e 11 volte il potassio.
Questa loro capacità è nota fin da tempi remoti, Aristolele li definì«l’intestino del mondo» e prima ancora nell’Antico Egitto chi veniva sorpreso a varcare i confini con dei lombrichi veniva condannato a morte, tanta era la considerazione che i faraoni avevano di questo piccolo animale.
Ne esistono oltre 8.300 specie di vermi di cui la metà terrestri. Alcune sono particolarmente adatte al vermicompostaggio, termine con cui si indica il processo nel corso del quale avviene la trasformazione da scarto e concime naturale. Tra queste le migliori per resistenza e prolificità sono gli Eisenia andrei, comunemente chiamati lombrichi rossi californiani, e gli Eisenia fetida.
A differenza degli altri lombrichi adatti anch’essi al vermicompostaggio, gli Eisenia andrei hanno la capacità di resistere a un intervallo di temperature comprese tra 0 e 35, la Dendrobaena veneta per esempio, non tollera temperature sotto i 15 né sopra i 25. La stessa resistenza l’hanno anche gli Eisenia fetida che impiegano però una settimana in più a raggiungere la maturità sessuale
Dai noi si trovano in natura, basta saperli riconoscere. Sono rosso sangue per intenderci hanno una lunghezza dai 5 ai 10 centimetri con una circonferenza compresa tra i 4 e gli 8 mm, il peso medio di un adulto è di 0,60 grammi. Il punto è trovarne nelle quantità sufficienti, un lavoro improbo, in natura hanno una densità di 50 al metro quadrato. Per questo ci sono gli allevamenti.
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