Il vino buono nasce dove la terra è sana. Scontato? Basta guardarsi intorno. Almeno se per terra sana s’intende un suolo non stressato, coltivato senza l’utilizzo di sostanze di sintesi, ricco di biodiversità. E di lombrichi.
E proprio di “Fattore lombrico” hanno parlato i ricercatori, dove c’è il lombrico c’è vita! “la transizione a tecniche di produzione bio sembra essere un passaggio obbligato. Abbiamo costruito un indice di biodiversità aziendale — spiega Pierluigi Donna, agronomo a capo del team di ricerca — analizzando lo stato fisico e strutturale del suolo con il protocollo Fao delVisual soil assesment e abbiamo scoperto che nella terra coltivata con tecniche bio la popolazione di lombrichi (esseri che, come le lucciole nell’aria, testimoniano la salubrità dei luoghi,ndr) è molto più alta rispetto ai suoli trattati con agenti di sintesi: parliamo di 1,5 milioni di lombrichi per ettaro”.
Ecco i risultati di un progetto di ricerca realizzato dalla facoltà di Agraria dell’università di Milano e dall’azienda vitivinicola Barone Pizzini in Franciacorta. Buona lettura.
http://corriereinnovazione.corriere.it/2015/06/17/futuro-vino-bio-dicono-lombrichi-b13df3ec-14da-11e5-9e87-27d8c82ea4f6.shtml?refresh_ce-cp
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